Oltre ad essere stata punto di villeggiatura per la nobiltà palermitana, è anche famosa per aver dato i natali a Giuseppe Tornatore, regista di fama mondiale che ad essa ha dedicato il suo ultimo film: Baarìa. Oggi, però, Bagheria, rischia di essere ricordata come la terza città più sporca d’Italia. Infatti, dopo Napoli e Palermo, Bagheria è sommersa ogni giorno da quintali di rifiuti. Ho voluto filmare una giornata tipo di un gruppo di allegri cassonetti. Premetto che non ho voluto riprendere tutto. Così vi racconto quello che ho visto. Si parte alle ore sette. Gli operatori ecologici arrivano davanti ai cassonetti della spazzatura. Mi avvicino e gli chiedo se vogliono rispondere a qualche domanda. Preferiscono di no e mi chiedono anche di non essere ripresi. Io, rispetto il loro volere e comincio a catturare le immagini per questo servizio. L’area da pulire necessita di un bobcat.
Non appena raccolti tutti i rifiuti, uno degli operatori si avvicina e, per qualche secondo, discutiamo un po’ sul problema della “munnizza” di Bagheria. Mi dice che questa situazione va avanti da almeno tre anni.
Onestamente capisco il fatto di non voler essere ripresi. C’è sempre il timore che qualcuno, più in alto nella scala gerarchica, possa riconoscere gli impiegati e far pressione su di essi. Ma quello che spiego a questi ragazzi è che il lavoro che hanno è garantito, perché in fondo, ogni giorno si produce spazzatura. E lo scopo di questo servizio è tutelare il rapporto che c’è tra gli utenti che usufruiscono del servizio e gli operatori ecologici (che svolgono bene il loro mestiere) che spesso fanno la parte dei parafulmini a tutti i problemi dell’azienda (però, come in tutti i lavori che prevedono appalti o contratti, se chi, al vertice dell’amministrazione, commette illeciti, i primi a farne le spese, sono proprio gli impiegati. NDR).
Ancora qualche parola e, poi, l’autocompattatore e gli operatori ecologici continuano il loro giro. L’area che fino a pochi minuti prima era così, in meno di un quarto d’ora, è totalmente pulita. Sono le quasi sette e venti.
Purtroppo, già dopo pochi minuti, i primi cittadini bagheresi che portano a spasso il cane, che accompagnano i figli a scuola, vanno al lavoro, sono già davanti ai cassonetti dell’immondizia con i loro sacchetti. Ma qui a Bagheria, come a Palermo, del resto, bisogna per legge, gettare la spazzatura tra le 18 e le 22. E quindi ecco come si presenta la situazione dei quattro cassonetti alle 8:00…alle 10, alle 12 e alle 14. E proprio alle 14:00, l’autocompattatore, torna per la seconda volta, ripulendo l’area.
Ma poche ore dopo, succede qualcosa di strano. Mentre sto camminando nel centro di Bagheria, vengo riconosciuto da un paio di persone che mi dicono che dopo avermi visto con la videocamera in mano, s’era sparsa già la voce nel paese. E quindi, molti di quelli che, fuori dall’orario consentito, gettano la spazzatura, avevano preferito rimandare il loro gesto quotidiano. Inoltre mi dicono che, per lo stesso motivo, quei quattro cassonetti che io avevo monitorato, non erano stati riempiti come al solito.
Quindi decido di riprendere di nuovo i cassonetti. Ma stavolta, senza farmi vedere. Ed ecco il risultato.
Alle sette, l’autocompattatore arriva senza il bobcat, lasciando, lì dov’è, la spazzatura che si trova all’esterno dei cassonetti. A questo punto, ecco come si presenta la situazione alle 8:00…alle 10, alle 12 e alle 14.
Alle ore 14.45, l’autocompattatore arriva per il secondo giro. Anche questa volta senza il bobcat. Quest’ultimo, arriva con un altro autocompattatore alle 15.35 e anche questa volta, grazie al lavoro degli operatori ecologici, nel giro di pochi minuti, l’area è di nuovo pulita.
Tutto bene, direte voi. No, per niente. Perché all’indomani mattina, alle ore 7.45 questa è la situazione dei quattro cassonetti. Dalle trasparenze dei sacchetti di plastica, scorgo che non esiste quasi per niente la raccolta differenziata. Unita all’atto di gettare fuori orario la spazzatura, si ottiene il risultato che abbiamo visto nelle immagini. Ma allora, esiste la soluzione al problema? Certo che esiste, bisogna unire il pugno di ferro in guanto di velluto e la partecipazione dei bambini. Pensate che sia troppo stile “Avatar”? Io dico, invece, che si tratta di un progetto fattibilissimo.
Basterebbe collocare davanti alle scuole elementari e medie, i cassonetti per la differenziata, ma solo quelli della carta, del vetro e della plastica, in modo da responsabilizzare bambini e soprattutto genitori all’educazione e al rispetto dell’ambiente. E l’umido? L’umido resta nei contenitori sotto casa. Quanto volume si può risparmiare, in un sacchetto, togliendo plastica, carta e vetro?
Tanto. Tanto da non riempire i cassonetti, fino a farli straripare.
Eh…ma le cose non cambieranno mai. SBAGLIATO! Le cose stanno già cambiando. Dobbiamo essere noi a decidere in quale direzione farle cambiare. Se in peggio o in meglio.
A voi la scelta. http://www.youtube.com/watch?v=MQqJNp-Arlg
ps: il progetto “Baarìa pulita” sopracitato è solo una bozza del progetto che, attualmente, è in lavorazione.
Bagheria è on line sul sito http://www.comune.bagheria.pa.it/